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Testo chiave e, secondo alcuni, primo “vero” romanzo della storia della letteratura italiana, I promessi sposi narrano la vicenda di un «matrimonio che non s’ha da fare» ambientata nell’Italia del Seicento. Ma seguendo le disavventure dei due umili protagonisti, Renzo e Lucia, il romanzo fornisce l’affresco di una società in divenire in cui la persistenza di vecchie strutture feudali contrasta con l’affermarsi di un nuovo orizzonte di valori già pienamente proiettato verso la civiltà industriale. In questo senso la narrazione rispecchia anche le inquietudini dei moti risorgimentali e quindi della nascente nazione italiana.
Nel corso di queste lezioni tenteremo di mettere in luce alcuni nodi fondamentali per la comprensione di una delle opere più complesse e sottili del panorama letterario italiano. Sostanzialmente concepito nel periodo della Restaurazione europea e pubblicato nel 1840 nella sua edizione definitiva (cioè illustrata e con l’aggiunta della Storia della Colonna infame), I promessi sposi costituiscono, se non altro, una delle più acute radiografie dell’avvento di ciò che oggi chiamiamo “il moderno”, motivo della persistente attualità di molte questioni affrontate nel romanzo.
È consigliata la seguente edizione del romanzo: A. MANZONI, I promessi sposi, a cura di F. De Cristofaro, G. Alfano, M. Palumbo, M. Viscardi, Milano, Rizzoli, 2014.
Bibliografia di riferimento: E. RAIMONDI, Il romanzo senza idillio, Torino, Einaudi, 1974; S.S. NIGRO, La tabacchiera di Don Lisander, Torino, Einaudi, 1996; A. BOSCO, Il romanzo indiscreto, Macerata, Quodlibet, 2013. Ulteriori indicazioni bibliografiche verranno fornite a lezione. |